sabato 2 febbraio 2008

Jerry Ordway parla di Brave and the Bold

A partire dal numero #11 in uscita a Marzo, la serie Brave and the Bold della DC avrà un nuovo disegnatore dalla stile classico.

Jerry Ordway è stato scelto per prendere posto alle matite della serie dopo la partenza del precedente disegnatore George Perez, che è stato messo al lavoro su un altro progetto DC non ancora annunciato. Secondo lo stesso Ordway, sarà a bordo come disegnatore almeno fino a Brave and the Bold #13.

Il cambio da Perez a Ordway ha un senso per la maggior parte degli appassionati di fumetti. Dopo tutto, all'opera su una delle serie più famose disegnate da Perez, Crisis on Infinite Earths del 1985, c'era proprio Ordway con le sue chine. Da allora, Ordway si è fatto un nome non solo come disegnatore e inchiostratore, ma anche come scrittore, essendo uno degli scrittori dietro la Morte di Superman.

Abbiamo chiesto a Ordway del suo nuovo impegno su Brave and the Bold per poi passare a una discussione sui cambiamenti dell'industria dei comics durante la sua lunga carriera (intervista eseguita da Vaneta Rogers per Newsarama).

Domanda: Jerry, come sei arrivato a disegnare Brave and the Bold per una manciata di numeri?

Jerry Ordway: Il supervisore, Joey Cavalieri mi ha chiamato e chiesto se potessi disegnare un paio di numeri, e la mia agenda era vuota! Semplice.

D: Qualche idea su che cosa sia impegnato George Perez da costringerlo a lasciare la serie un paio di numeri prima di quanto da lui programmato?

JO: No, non ho idea di cosa George abbia nel piatto. So che voleva terminare la sua storyline, ma sono comunque felice di aver avuto l'incarico.

D: Che ne pensi di questa versione di Brave and the Bold?

JO: Penso che Mark Waid abbia fatto un buon lavoro nel catturare l'essenza originale di Brave and the Bold, prima che fosse solo una serie di team-up di Batman, e ha aggiunto un particolare più moderno, la storyline a lunga gittata, per dare ai singoli team-up un filo narrativo comune. I primi sei numeri raccolgono 6 storie singole che si combinano in un'unica grande storia.

D: Hai cominciato a lavorare ai numeri che devi fare? A che punto sei?

JO: Sono giunto al numero #12, e come ho detto, le trame dei numeri #7-11 si riuniscono per un gran finale nel numero #12. coinvolgendo un nuovo cattivo, Megistus.

D: Cosa puoi dirci della storia del numero #11?

JO: Nel numero #11, ho disegnato alcune versioni burlesche del Daily Planet con Steve Lombard, gli appassionati più grandicelli ricorderanno come il Mr. Mxyzptlk del mondo di Ultraman, che sono davvero divertenti.

D: Com'è disegnare Ultraman e Superman che collaborano?

JO: E' sempre divertente disegnare Superman, e Ultraman è in pratica un clone di Superman! Ricordo di aver inchiostrato alcune pagine con Ultraman nei primi anni ottanta all'interno di un crossover tra l'All-Star Squadron e la Justice League. Il suo costume è cambiato, però, negli anni ottanta erano tutti affascinati dalle grandi spalle. Ultraman ora ha un aspetto più morbido.

D: Ci puoi dire di qualche personaggio che comparirà?

JO: I Challengers of the Unknown avranno un grande ruolo nei numeri #11 e #12, come anche Metamorpho. Green Lantern sarà ospite nel numero #12 insieme a un gruppo di altri personaggi.

D: Il tuo stile sembra perfetto per questo fumetto. Sei d'accordo? Cos'è che ti rende adatto per questa serie?

JO: Beh, sono adatto a una serie come questa perché sono stato coinvolto così tanto nella continuity DC negli ultimi 26 anni, e probabilmente ho disegnato la maggior parte del DCU in questo periodo. Ho anche disegnato secondo uno stile classico, e Waid scrive anch'egli allo stesso modo. Mark ha la capacità di prendere delle idee che sembrano così dannatamente immense e farle funzionare. Non mi sono mai trovato a mio agio nello scrivere storie su scala cosmica, ma è divertente disegnarle e lasciare che qualcun altro si preoccupi dell'aspetto scientifico.

D: Come descriveresti il tuo stile attuale? Si è evoluto ed è cambiato nel tempo? O cerchi di mantenere lo stesso stile e padroneggiarlo?

JO: Non ho mai davvero voluto disegnare in modo innovativo e stilizzato. Ho sempre voluto disegnare nel solco degli artisti che crescendo ho amato, come John Buscema, Wally Wood, Alex Raymond e, beh, ho reso l'idea. E' l'ABC del Supereroe, uno stile di disegno improntato all'eroismo, dove modelli le regole del realismo solo per ottenere una pose più emozionante, o un eroe o un'eroina più attraente. Spero bene che i cambiamenti nel mio lavoro nel corso degli anni possano essere attribuiti al mio miglioramento nel disegnare.

D: Dato che stiamo parlando di cambiamenti nel corso degli anni, è difficile trattenermi dal chiederti --quale consideri il più grande cambiamento nei comics da quando hai iniziato a lavorare? Pensi che sia in bene o in male?

JO: Ci sono stati molti cambiamenti tecnici, come l'aver spostato molta della produzione ai computer, che hanno reso molto efficiente quella parte di lavoro, ma a un costo terribile, io penso, cioè la perdita per gli artigiani delle loro possibilità di sostentamento. Rispetto moltissimo chi lettera a mano, e mi rende molto triste che gente con del talento come John Costanza, Todd Klein, Janice Chiang, John Workman e altri abbiano dovuto passare al digitale o spostarsi verso un altro tipo di disegno per guadagnarsi da vivere. Capisco i vantaggi del lettering dei fumetti al computer, dal punto di vista di un'azienda, ma in tutta onesta, le tavole non hanno più quel "quid" in più, senza le didascalie e i dialoghi letterati a mano come in origine.

Penso che ci sia stato una simile contropartita col passaggio dai 64 colori alle milioni di variazioni, permesse dal computer. I fumetti per la maggior parte hanno perso chiarezza nella colorazione. Ci sono molti coloristi di talento attualmente, non c'è dubbio, ma lo stile della colorazione si è evoluto nel coprire tutto con migliaia di effetti che sopraffanno il tratto. Quando funziona, funziona davvero, ma quando non funziona, è un miscuglio confuso. Alcuni si limitano, e non usano milioni di colori in ogni pagina, ma altri lavorano meglio con delle limitazioni imposte. Ho spesso stabilito la colorazione di base per le mie copertine di Superman, ma le più efficaci sono spesso state quelle più semplici.

Anche lo scrivere fumetti è cambiato, o si è evoluto, negli anni. Ho lavorato nell'ambiente. Il cambiamento più drastico è il ritmo delle storie stesse. Le idee sono spesso allungate per 6 numeri con un bel po' di spazio per eccentrici sviluppi dei personaggi. E nondimeno, negli anni quaranta e cinquanta, storie complete venivano fatte in sei pagine. A ogni modo, le cose oggi non sono né migliori né peggiori, solo diverse.

Mi piace la tecnologia, ma più divento vecchio, più difficile è tenere il passo con la novità. Mi vanno bene i miei CD e non ho bisogno di un lettore MP3, ma adoro la mia TV ad alta definizione, sai?

D: E per quanto riguarda i personaggi stessi? Alcuni personaggi dei fumetti cambiano per rispecchiare il loro tempo, ma la maggior parte dei personaggi DC Comics sono così iconici da resistere agli effetti del tempo?

JO: I personaggi evolvono nel tempo per rispecchiare l'era in cui sono prodotti, in realtà. Superman oggi non è lo stesso Superman che era pubblicato nel 1990. Evolvere o sparire è normale. Guarda ai grandi personaggi di finzione del passato, che non hanno avuto una pubblicazione continua tale da colmare la distanza -- Doc Savage, The Shadow, Lone Ranger -- tutti splendidi concetti, ma tutti bloccati nell'epoca in cui sono stati pubblicati in modo continuo. Così, sebbene non mi piaccia la mancanza di puro e disinteressato eroismo nel fumetto supereroistico di oggi, capisco che essi riflettono un mondo diverso da quello della mia infanzia.

Superman e Batman sono dei personaggi decisamente più senza tempo, e icone che sembra difficile far crollare. La maggior parte di noi ha i propri personaggi preferiti e li ricorda nel contesto in cui li ha scoperti la prima volta. Grazie all'amore che ha per la DC degli anni sessanta, Waid ha escogitato un valido modo per utilizzare i Challengers of the Unknown, che è divertente. Quel concetto, come i Blackhawk e Metamorpho, hanno avuto difficoltà a mantenere le vendite nel recente passato a causa del loro appartenere a un tempo differente.

Mi auguro che il mercato dei comics possa sostenere molte nuove creazioni, comunque. E' bello vedere fumetti come Bone o Mouse Guard o Invincible avere successo. La mia generazione ha avuto i comics Marvel negli anni sessanta. La DC era una casa editrice vecchia per me, quando ero un bambino. Ora la Marvel è in quella stessa situazione. Ciascuna generazione dovrebbe avere nuove cose da amare, così come i più vecchi quel che c'è ancora in giro. I miei figli hanno i manga come loro ispirazione.

D: Dove vedremo altri tuoi lavori nei prossimi mesi?

JO: Beh, date uno sguardo ai numeri #11-13 di Brave and the Bold e dopo questi mi sto occupando di alcune cose per la JSA.

D: Sei anche nel numero #13? Di che parla?

JO: Il numero #13 di Brave and the Bold è una storia singola con Batman, e forse il Flash della Golden Age. Dovrebbe essere divertente!

D: Ultima domanda, perché qualcuno dovrebbe prendere i tuoi numeri di Brave and the Bold?

JO: Cosa? Non ho già convinto tutti quanti? I numeri #11-12 sono il finale della saga cominciata nei numeri #7-10, quindi vorrete leggere l'intera storia, giusto? Andate a comprarli -- ho dei figli da mantenere!
Fonte: Newsarama

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